Il recente approdo del rimorchiatore oceanografico NI Mario Ruivo, battente bandiera portoghese, ha suscitato un intenso dibattito politico e mediatico nel panorama spagnolo. Questa nave ha sollevato interrogativi in merito alla legalità della sua presenza nell’area delle Canarie, a 460 chilometri di distanza, dove conduce ricerche per lo sfruttamento di terre rare sul monte Tropic, una zona navigabile di interesse strategico. A seguito delle critiche e delle domande presentate dai rappresentanti del Partito Popolare delle Canarie, il Governo spagnolo ha fornito la sua versione, basandosi su normative internazionali.
Il dibattito parlamentare
L’interesse suscitato dal NI Mario Ruivo ha portato i sei membri del PP, provenienti dalle province di Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife, a presentare una serie di interrogativi al Governo di Pedro Sánchez. In data 4 luglio, i parlamentari hanno inviato una richiesta contenente ben sette domande riguardanti l’autorizzazione di attività oceanografiche nella Zona Economica Esclusiva al sud delle Canarie. Specificamente, volevano capire se il Governo avesse fornito una concessione per le operazioni della nave, ora in fase di ricerca di risorse minerarie.
Particolari domande hanno messo in luce i potenziali rischi della situazione: “Quando è stata autorizzato questo dispiegamento?” oppure “Quali misure di informazione sono state prese per tutelare gli interessi del territorio?” Tuttavia, il Governo ha fornito risposte generiche. Ha confermato che sostiene i lavori di ricerca, ma senza entrare nei dettagli specifici richiesti dai parlamentari, limitandosi a menzionare il rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare.
Normative internazionali e ricerca oceanografica
Il Governo spagnolo ha dichiarato che le attività di ricerca oceanografica sono regolate da normative internazionali. Le navi possono operare nell’area, purché queste ricerche rispettino gli ordinamenti nazionali e le linee guida stabilite dalle autorità competenti. L’esecutivo ha anche evidenziato l’importanza di informare sia prima che dopo la campagna di ricerca, sottolineando la necessità di coordinamento con le autorità regionali.
Eppure, nell’ambito di questo dibattito, restano delle domande rimaste in sospeso, come la finalità precisa della missione del NI Mario Ruivo e quali benefici possa apportare alla Spagna. Questo aspetto diventa cruciale, soprattutto considerando che il buque è gestito dall’Istituto Portoghese del Mare e dell’Atmosfera e se ha svolto attività per conto di terze parti. Le informazioni emerse potrebbero avere ripercussioni significative, non solo a livello economico, ma anche in termini di sicurezza e autonomia per l’arcipelago canario.
La zona economica esclusiva e le rivendicazioni territoriali
Tornando sulla questione della Zona Economica Esclusiva, è importante sottolineare che il monte Tropic è oggetto di contese tra Spagna e Marocco. L’ingresso dell’operazione portoghese ha sorpreso molti, alimentando le speculazioni su eventuali interessi di Lisbona nella ricerca mineraria. La presenza di un’altra nazione all’interno di una zona contesa ha acceso le preoccupazioni sulle possibili leadership e rivendicazioni dei diritti sulle risorse marittime.
Va notato che, nonostante l’interesse per l’estrazione mineraria, l’attuale tecnologia non consente l’estrazione su larga scala di questi minerali in una regione sottomarina. Queste limitazioni pongono a Governo e istituzioni sfide pratiche riguardo all’implementazione di eventuali strategie di sfruttamento delle risorse.
Per quanto concerne la sovranità sulle acque, è cruciale precisare che il monte Tropic non rientra dentro la ZEE riconosciuta né dalla Spagna né dal Marocco. Tuttavia, vi sono aspettative in merito ad estensioni di rivendicazioni marittime, considerando che la Spagna ha già depositato una richiesta alla ONU per estendere la propria piattaforma continentale fino a 350 miglia nautiche, corrispondenti a 648 chilometri. Allo stesso tempo, la questione della gestione di queste acque continua a essere un tema di delicato equilibrio politico e legale.