Isole Canarie

Riforma del Régime Economique et Fiscal de Canarias: Il dibattito sulla riduzione delle tasse

Il dibattito sulle proposte di revisione del Régime Economico e Fiscale nelle Isole Canarie si concentra sull’abbassamento delle tasse per cittadini e imprese, suscitando opinioni contrastanti tra sostenitori e oppositori.

A partire dall’inizio delle audizioni degli esperti presso il Parlamento delle Isole Canarie, il tema della revisione del Régime Economico e Fiscale ha sollevato un acceso dibattito. Questo articolo analizza le proposte avanzate da vari esperti riguardo la possibilità di abbassare le tasse sia per i cittadini che per le imprese attraverso modifiche all’imposta sul reddito delle persone fisiche e alla contribuzione alla sicurezza sociale.

Riforma del Régime Economique et Fiscal de Canarias: Il dibattito sulla riduzione delle tasse

La discussione sull’abbassamento delle tasse

Sin dal primo intervento del professor José Luis Rivero, docente di economia applicata presso l’Università di La Laguna, la necessità di rendere i benefici fiscali più accessibili ai cittadini è stata un tema centrale delle discussioni. Dopo di lui, diversi esperti, tra cui il commissario per il REF, José Ramón Barrera, e altri rinomati accademici ed esponenti delle associazioni imprenditoriali e sindacali, hanno presentato le loro posizioni. Un punto comune emerso è che il REF non è ampiamente conosciuto dal pubblico, un tema che necessita di ulteriori approfondimenti.

L’argomento si rivela non solo tecnico ma anche ideologico, poiché riflette le diverse posizioni politiche che si contendono l’interpretazione e l’applicazione del REF. Tra i rappresentanti delle forze politiche, esiste un consenso che evidenzia la scarsa familiarità dei cittadini con i benefici previsti dal regime fiscale vigente, un aspetto che richiede un miglior orientamento e comunicazione.

Le proposte di incentivazione fiscale

Una delle proposte più significative emerse nel dibattito è stata quella del commissario del REF, José Ramón Barrera, volta a introdurre bonifiche sull’IRPF e le contribuzioni alla sicurezza sociale sia per i lavoratori che per le aziende. Barrera, che ha ricevuto il supporto esplicito del Partito Popolare, ha suggerito di modulare queste esenzioni in base ai redditi, mirando, ad esempio, a specifici gruppi di età o a categorie con alti tassi di disoccupazione di lungo periodo.

L’obiettivo di tale proposta risiede nel favorire l’occupazione, incentivando le aziende ad assumere lavoratori attualmente disoccupati. L’idea è che, se le aziende non devono versare tasse per una forza lavoro che non era precedente contribuente, vi sarà un interesse maggiore nell’assunzione di questi individui. Tuttavia, la manovra non ha trovato un’accoglienza univoca; mentre le associazioni imprenditoriali hanno applaudito l’iniziativa, i sindacati come Comisiones Obreras e UGT l’hanno contrastata.

Le posizioni contrastanti di sostenitori e oppositori

Il dibattito ha visto posizioni diametralmente opposte. I sostenitori, in particolare il Partito Popolare e alcune organizzazioni imprenditoriali come CEOE e CCE, vedono nell’abbattimento delle tasse un modo per stimolare i consumi e migliorare la situazione economica generale. D’altro canto, i sindacati temono che una riduzione dell’IRPF possa minare la contrattazione collettiva, come sostenuto da Inocencio González di CCOO. Secondo i sindacati, l’aumento netto delle buste paga non incentivarebbe necessariamente le assunzioni o le trattative per salari più alti, ma porterebbe a una disattenzione verso le questioni salariali a lungo termine.

Questa dinamica ha anche portato a definire la proposta come una “trappola”, secondo Gustavo Santana , poiché eventuali guadagni netti guadagnati dai lavoratori sarebbero compensati da un indebolimento dei servizi pubblici finanziati tramite le imposte. Con una continua richiesta di una redistribuzione della ricchezza che non sembra realizzarsi, il dibattito si fa sempre più complesso.

Il significato del REF nell’equità sociale

Le recenti proposte sul REF sollevano interrogativi cruciali riguardo come le tasse possano influenzare le disparità economiche nelle Isole Canarie. Stando ad uno studio dell’Università di La Laguna, risulta che il 30% della ricchezza è ereditata mentre solo il 10% della popolazione detiene il 60% della ricchezza. I sindacati e l’opposizione vedono questo come un effetto diretto delle politiche fiscali adottate, incluse quelle come la riduzione del 99,9% sull’imposta sulle successioni.

Alcuni esperti osservano che, benché il REF possa apparire come un diritto storico in evoluzione, le sue applicazioni attuali non sono state in grado di appianare le differenze socio-economiche tra i cittadini. La riforma del REF è percepita in modo diverso dalla destra rispetto alla sinistra, con quest’ultima che teme che le misure favorevoli alle aziende non bastino a garantire un reale miglioramento delle condizioni di vita delle classi lavoratrici.

Un dibattito che continua

Il ciclo di audizioni in corso rappresenta così non solo un’opportunità per approfondire le questioni fiscali, ma anche una piattaforma per una discussione più ampia sul modello economico e sociale delle Isole Canarie. L’analisi di esperti, storici ed economisti, come dimostrato in recenti seminari, sottolinea la diversità di opinioni e l’importanza di un consenso sulle politiche fiscali, simile a quanto avviene in altre regioni spagnole come Navarra e Paesi Baschi.

In questo contesto, il futuro del REF e la sua riforma potrebbero segnare importanti cambiamenti nelle relazioni tra cittadini e istituzioni, evidenziando la questione cruciale di quale tipo di società si intenda costruire per il futuro delle Isole Canarie.